La politica che affronta il tema dell’acqua solo come emergenza è una politica senza visione e mi auguro senza futuro.
La politica che decide di installare un dissalatore da 6 milioni di euro, in grado di immettere 100 litri di acqua dolce al secondo nella rete idrica e dopo 5 anni lo abbandona è una politica miope.
Altrettanto miope è la gestione della rete idrica colabrodo che non riceve attenzione dalla messa in funzione.
Stessa cosa si potrebbe dire se provassimo a spostare lo sguardo ai rifiuti.
Fateci caso, in Sicilia si parla della gestione dei rifiuti solo quando i cumuli superano il primo piano delle abitazioni.
E così anche qui basterebbe trattarlo come un tema importante e non solo come emergenza.
Piange il cuore a pensare che Agrigento Capitale della Cultura da grande opportunità potrebbe diventare un’imminente emergenza.
Impariamo tutti, con umiltà, a distinguere le cose urgenti dalle cose importanti.
L’acqua, bene vitale per eccellenza, la gestione dei rifiuti, la cultura (soprattutto quella agrigentina ricca di storia e bellezza) sono cose importanti.
“Le cose importanti sono quelle che mettono un tassello della costruzione di un progetto, di un sogno e che provano a realizzare un pezzo di futuro”.
Quale sarebbe la colpa del Comune di Santo Stefano Quisquina? Forse avere avuto da sempre a cuore le cose importanti, l’acqua tra tutte?
È vero, volere è potere, ma noi preferiamo voler custodire per potere avere e anche dare.